martedì 12 luglio 2011

Da Careggi al Seattle Grey

Da un po' di tempo a questa parte la domenica sera di italia uno si chiama "serata Doc" (prima era il venerdì) dal momento che si susseguono uno dietro l'altro per tutto il tempo telefilm sulla vita dei medici, dentro e fuori dall'ospedale. Fino a poco tempo fa spopolavano le serie che avevano per protagonisti-eroi gli avvocati: Ally McBeal (un classico), Jag-avvocati in divisa, Law&Order, Close to home fino ad arrivare al nostrano Il giudice Mastrangelo. Ora invece abbiamo eroi come Derek Shepherd (Grey's Anatomy), Gregory House (Dottor House-Medical Division), Hank Lawson (Royal Pains), Addison Montgomery (Private Practice) e il solo e unico Dottor Cox (Scrubs). L'immagine dei medici che si ottiene da questi telefilm è così affascinante e in un certo qual modo "fantastica" da aver molto probabilmente indotto tanti giovani telespettatori a scegliere questa come loro possibile carriera futura. Ma perchè questi telefilm piacciono così tanto? E' la solita vecchia storia: il medico è colui che salva vite umane. E' un moderno semidio che lotta contro la morte e spesso vince. Come si potrebbe non stimare una persona del genere? Se a questo poi aggiungiamo le immancabili storie d'amore che contornano i vari casi più o meno brillantemente risolti, il risultato è scontato. E se togliessimo la parte rosa? Otterremmo Miami Medical, una serie della CBS a quanto pare molto poco seguita se stanno già pensando di cancellarla, dopo appena 13 episodi. Anche se più seria delle altre dal punto di vista medico e clinico, l'assenza di intrighi e inciuci vari la rende più noiosa delle sue cugine più FASHION.


Molti prima di iniziare a guardare una di queste serie si interrogano anche sulla validità delle informazioni mediche in senso stretto. Noi siamo giunte a questa conclusione:

Greys Anatomy è molto ben articolato per quanto riguarda le tresche amorose ma non è altrettanto abile nel destreggiarsi tra malattie e diagnosi, scadendo spesso nel ridicolo o, peggio, cadendo in banalissimi errori. Gli sceneggiatori di Royal Pains, al contrario, sono più informati: affrontano un caso per puntata presentando i sintomi passo passo in modo tale che il telespettatore possa farsi un'idea della malattia e cimentarsi in una diagnosi. Generalmente verso la fine viene alla luce un sintomo inequivocabile che permette a Hank di risolvere il caso. E tutto torna anche dal punto di vista medico: dalla diagnosi alle prescrizioni. Dottor House esagera in tutto: nella tipologia di malattia, inventata o riscontrata, a finire al modo di organizzare la vita e il lavoro ospedalieri. Nessun medico si potrebbe permettere di comportarsi come Gregory House e passarla liscia ugualmente. In definitiva, l'unica serie che riteniamo degna di rispetto è Scrubs perchè non ha nessuna pretesa, è una commedia molto autoironica e capace di toccare i punti giusti. Al contrario di quanto si possa pensare non sono le imprese mirabili in sala operatoria o la destrezza e la velocità nel risolvere un caso le doti più importanti di un medico, ma è proprio l'autoironia, il conoscere i propri limiti e saperli accettare scherzandoci su: tutte le altre serie si prendono troppo sul serio, finendo per ridicolizzare la professione proprio nel tentativo di farla apparire così tanto superiore alle altre. Un medico è un lavoratore come un altro...ma con una marcia in più! (Anche se forse noi siamo un po' di parte...)




Ale&Lavi

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