
Ieri sera è stata una classica serata cineMICE, anche se non al cinema. Ieri io e Ale abbiamo guardato su Italia Uno il primo film della serie “Fast and Furious”, intitolato per l’appunto “The Fast and the Furious”, interpretato da: Paul Walker (Brian O'Conner, lo sbirro), Vin Diesel (Dominic Toretto, il “duro” della situazione), e sottolineo Diesel (cioè.. già un attore che per cognome ha il nome di un carburante non poteva che essere il protagonista di un film del genere!!), Michelle Rodríguez (Letty, la fidanzata di Dominic), Jordana Brewster (Mia Toretto, la sorella di Dominic, nonché successivamente fidanzata dello sbirro). Fast and Furious è l’emblema dei plasticoni: tutto è molto trash a partire dalla trama a finire alle sceneggiature. Ora sta a me darvi una definizione di plastico. Se cercate sul vocabolario trovate: aggettivo maschile singolare riferito a un qualcosa di plasmato o a qualcosa che ha la capacità di plasmare (es. chirurgo plastico oppure un plastico, ovvero un oggetto fatto in plastica). L’accezione che si riferisce invece a un genere di film non si discosta troppo da queste definizioni; in realtà in questo caso si intende qualcosa di un po’ “finto”, poco credibile e stereotipato (le cose di plastica sono un po’ tutte uguali) e per questo anche un po’ scadente (la plastica è considerata una materia poco
nobile). In effetti questi film non possono essere definiti dei Grandi Classici o film da intellettuali con una certa morale o un certo “scopo” educativo o culturale, ma il loro fascino sta proprio in questo. Io li definirei “poco impegnativi”, si seguono bene, non hanno un significato nascosto, la trama è molto semplice e a volte anche scontata. I personaggi sono generalmente un po’ stereotipati. In questo ci sono lo sbirro e l’avanzo di galera tra i quali nasce subito una grande amicizia, basata anche sull’ amore per i motori e le automobili, inoltre, come se non fosse ovvio, lo sbirro si innamora di sua sorella, bella e dolce, e poi vien da sé che diventano tutti una grande famiglia. Come dicevo Dominic e Brian hanno in comune la passione per le auto e amano la guida spericolata. Il film è “imbevuto” di scene “incredibili”, nel senso che.. non sono credibili. La più importante tra tutte è in questo primo film della serie la scena finale in cui Brian e Dom si ingarellano nel tentativo di passare oltre il passaggio a livelli prima che il treno li investa. Questa scena, come altre del film, ha la capacità di colpire lo spettatore riportando in lui la voglia di esagerare, di non avere limiti, caricandolo di adrenalina e calandolo in un mondo di velocità e pericolo. Lo spettatore quando le vede non pensa “no!, non è possibile!” ma si sente parte della scena e si impersona in tutto e per tutto. Questo è l’importante. Dominic ha ruolo centrale nel film, non solo perché è il protagonista, ma perché sa sempre cosa dire grazie al suo ampio repertorio di frasi a effetto. Ne cito una: “ Non importa vincere di un centimetro o di un kilometro..l’importante è vincere.”, frase pronunciata dopo aver vinto una gara clandestina. Sono queste quelle frasi che caricano lo spettatore. Inoltre ci tengo a sottolineare che Dominic non è solo un tamarro che ama sfoggiare le sue doti automobilistiche, ma è un uomo che ama soprattutto la famiglia, in particolare sua sorella l ‘unica persona che gli è rimasta, ama i barbecue la domenica mattina dopo la messa (tutto in onore e in ricordo di quel padre che è stato ucciso durante una competizione automobilistica). Diamo uno sguardo anche ai costumi e alla sceneggiatura. Il tema della religione e della famiglia sono ricorrenti anche nelle immagini, infatti si vede sempre in casa un’ immagine votiva della Madonna o un tabernacolo, Dominic porta una collana di scarso valore materiale, ma grande valore religioso e affettivo (è un regalo di famiglia ed ha un ciondolo di Gesù croc
ifisso). In altre parti abbiamo spezzoni molto trash, come per esempio quando si svolgono le gare clandestine sono sempre presenti ragazze poco vestite e seducenti da una parte e dall’altra tamarroni che in sella alle loro auto si sentono i re del mondo. Ah mi stavo scordando un dettaglio che ho notato in molti plasticoni americani: a volte gli americani pensano che basti “infilare” un personaggio dal cognome e dalle origini italiane per rendere tutto più tamarro! Cognome italiano è anche sintomo di concetti come: onore, rispetto e amore per la famiglia. Sara' verò? Chissà.. fatto sta che anche in questo film il protagonista ha un bel cognome italiano: Toretto.


Ale&Lavi
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