lunedì 19 settembre 2011

Pubmed, questo sconosciuto

Ok, allora prima di tutto buon pomeriggio a tutti!


Secondo di poi....voi sapete cos'e' Pubmed?

Be', ve lo spieghiamo noi: Pubmed e' un archivio elettronico di articoli scientifici, un database attraverso cui si puo' risalire agli articoli che ci interessano attraverso parole chiave che possono riguardare l'argomento o l'autore. Il metodo di ricerca di cui si avvale Pubmed richiede di combinare parole e frasi usando i cosiddetti operatori booleani, ovvero principalmente AND, NOT (sostituibili rispettivamente con i segni "+" e "-") e OR, rigorasamente a lettere maiuscole (se scritte a lettere minuscole non vengono riconosciute come operatori, ma sostituite genericamente con l'operatore di default AND). Questi operatori ci consentono di implementare le nostre ricerche, rispettivamente includendo, allargando ad uno spettro più ampio, oppure escludendo risultati.


E prima di internet come facevano?


Pubmed e' la figlia (si', la medicina e' femmina) elettronica di quello che prima era l'index medicus, un librone pubblicato mensilmente e disponibile in tutte le biblioteche del settore. Leggermente scomodo, direi... Senza contare che argomento e autori venivano messi in ordine alfabetico per cui trovare l'articolo che ti interessava poteva diventare macchinoso. Ora invece con un click abbiamo tutto subito a nostra disposizione. Certo, qualche piccola pecca ce l'ha anche Pubmed! Infatti non tutti gli articoli sono facilmente e soprattutto gratuitamente accessibili.. ehm ehm...Public per modo di dire... :)


Quindi: ora che abbiamo capito come si cerca un articolo vediamo cosa otteniamo quando lo troviamo!

La prima cosa che vedo/leggo e' l'abstract: un breve, chiaro e conciso riassunto che accompagna sempre, precedendolo, un lavoro scientifico. Una specie di presentazione. Esistono due tipi di abstract, uno cosiddetto colloquiale, meno usato perche' meno specifico, e l'altro cosiddetto strutturato. Il nome e' dovuto al fatto che l'abstract segue una precisa impostazione, articolata nei seguenti punti:


1. Background: l'autore espone i presupposti culturali presi dalla letteratura che l'hanno portato a fare quella determinata ricerca. Spesso viene seguito da una esposizione degli obiettivi, ad esempio valutare l'efficacia di un farmaco;


2. Methods: l'autore descrive il metodo scientifico adottato nel condurre la ricerca;


3. Results + Discussion: l'autore discute i risultati ottenuti traendo delle conclusioni.


Ah! Cosa ci stavamo dimenticando!! La Bibliografia! A dir poco fondamentale!! Immaginiamo sia inutile spiegarvi di che cosa si tratta, e' piuttosto ovvio e universalmente noto :) La cosa importante e' che non manca mai e che all'interno di ogni articolo scientifico sono presenti dei numerini solitamente tra parentesi quadre che rimandano proprio alla bibliografia, cosi' da permettere ai lettori di avere un riscontro immediato con le fonti.


DOMANDA: Ma da dove vengono presi gli articoli presenti su Pubmed?

RISPOSTA: da una serie di riviste scientifiche indicizzate che mandano a Pubmed gli articoli da loro pubblicati.

Easy :)


Per oggi ci pare di aver detto e scritto abbastanza sull'argomento! Se avete domande da farci al riguardo non esitate a commentare qui sotto e noi vedremo di fare il possibile per darvi una mano a capire meglio (...dall'alto della nostra onniscienza!).


Eh, e' ovvio: non e' escluso che abbiamo fatto degli errori quindi sentitevi altrettando liberi di correggerci e spiegarci VOI cio' che non abbiamo capito :)


A presto,


Ale&Lavi

giovedì 15 settembre 2011

Ok, io ci provo eh?

Buongiorno! Oggi mi dedico ai/agli (?!?) widget! brevemente: nato dalla crasi tra "window" e "gadget" un widget e' un componente grafico di una interfaccia utente di un programma che ha lo scopo di facilitare all'utente l'interazione con il programma stesso. Detto senza troppi paroloni e' una miniapplicazione divertente ed utile che non solo abbellisce il blog, la pagina web o quello che e' ma la rende anche piu' facilmente fruibile da parte dei visitatori. E' cosi' che oggi, girovagando per il web, mi e' venuto in mente di installare una chat con cui, volendo, potete contattarci quando siamo connesse. Dovrebbe essere piuttosto semplice da usare, ma e' la prima volta che provo a fare una cosa del genere quindi siate pazienti per favore :)



Date un'occhiata e fatemi sapere cosa ne pensate, visto che ora potete farlo anche in tempo reale!



In chat con le Topins

martedì 13 settembre 2011

When In Rome - #2

When in Rome - #1

Mah...

Ok, lo so, avevo detto (http://http//duetopinsalcinema.blogspot.com/2011/07/trash-is-goodin-end.html) che avrei visto questo film solo sotto tortura o qualcosa del genere, ma...ho ceduto, o meglio, ho dovuto cedere, quando sky on demand me l'ha proposto in una sera particolarmente noiosa e vuota dal punto di vista televisivo... e cosi' io e mio fratello ci siamo fatti quattro risate guardando Veronica Mars a Roma.




Ovviamente le risate non erano quelle previste dagli sceneggiatori.




Per nulla.




Un film orrendo, come immaginavo e prevedevo... ridicolo sotto ogni aspetto, estremamente razzista nei confronti della cultura italiana (totalmente ignorata, e' evidente, dagli sceneggiatori) e piatto in ogni sua parte. Un film a cui toglierei anche la definizione stessa di film.




Il cinema e' un'altra cosa...




Comunque, se avete avuto modo di vedere i video qua sopra vi sarete sicuramente accorti dell'errore alcolico ivi presente.





La Bottiglia.




TANTANTANTAAAAAAAN





Allora, analizziamo per bene le scene (mi dispiace aver dovuto mettere due video ma non sono risucita a trovarne uno che li comprendesse entrambi):




Beth (Kristen Bell) esce dalla sala del ricevimento con in mano due bicchieri e una bottiglia di...una bottiglia, quindi appoggia i bicchieri sul bordo della fontana, si siede e inizia a bere (e con lei probabilmente anche il regista...). Poco dopo si gira e, con i piedi immersi nell'acqua della fontana e la bottiglia sempre in mano, inizia ad infamare la statua. (Da notare, tra l'altro, la coppietta li' a fianco che non batte ciglio neanche quando Beth si mette a gridare "He's not coming!!". Sordomuti? ...). Nel frattempo la bottiglia passa da una mano all'altra in maniera piuttosto normale e comprensibile (tranne magari la penultima volta [min. 2.22]...ma vabe', probabilmente sono io troppo paranoica), ma comunque ce l'ha sempre Beth. Scena successiva: Beth si alza e...dov'e' la bottiglia? Sparita... Lei si china a raccattare monete e certamente una bottiglia le avrebbe dato fastidio... logico, certo. Ma resta il fatto che la bottiglia che fino a un secondo prima teneva saldamente in mano si e' smaterializzata e non si sa dove sia finita...




Oh ma eccola li'!! Sul bordo della fontana!!




....




Aspetta un momento...




Cosa?!?




Vabe', sono cose da aspettarsi...when in Rome... Anzi, mi stupisco che il regista e gli sceneggiatori non abbiano colto l'occasione per dare di ladri agli italiani. Che ne so, magari e' passato un napoletano, le ha strappato molto astutamente la bottiglia di mano e poi l'ha delicatamente appoggiata sul bordo della fontana. Puo' essere... E poi e' passata una vecchina che, prima di spaccare in terra un vaso come segno di buon augurio per gli sposi gridando "FESTEGGIAMO", ha sputato in terra e bofonchiato una preghiera o due.





.................senza (piu') parole..................





Ale&Lavi

Ooooh RABBIA!




Ecco una cosa che odio: gli errori.

Specialmente quando me li fanno notare in film che amo adoro idolatro da secoli. Come questo. Colazione da Tiffany: un capolavoro! Un film rilassante e tuttavia molto profondo, tratto da un libro altrettanto meraviglioso, sebbene piu' crudo della sua versione cinematografica. Un film che ti conquista dalla prima scena, un film la cui colonna sonora ti rimane in testa per giorni, ma non come uno di quei jingle noiosi e fastidiosi che ti trapaneresti il cervello pur di non sentire piu'. Bensi' come una ninnananna, direi, ma senza l'effetto soporifero, e' chiaro...

E Holly, oh, che personaggio meraviglioso! Cosi' dolce e tenera e sprovveduta ed ingenua. Ti verrebbe voglia di adottarla e di tenerla con te. Lei e Gatto, ovviamente. Una ragazza cosi' melanconica, che nasconde profondi dolori e tristezze dietro un bel sorriso e un tubino nero.


E quando finalmente lei e Fred, oh, pardon, PAUL, si baciano, quando finalmente lei capisce di amarlo...oh, non vi sentite felici per loro? e ottimisti e fiduciosi e pieni di buone speranze, di buoni propositi e per l'appunto di pensieri felici? Be', io si'. E chiamatemi pure romantica, ma quel film mi fa stare bene. Mi rimette in pace con il mondo. E poi adoro quei baci a labbra semi-immobili! sono cosi'...cinematografici!


Comunque questo post non era nato come un elogio spassionato a Colazione da Tiffany, ma come un...come un... bo, non lo so. Ho visto questo video curiosando su Youtube (mia grande e costante fonte di ispirazione) e ho pensato di condividerlo con voi! Ho sbagliato? Voi cosa ne pensate degli errori di questo tipo? Non vi fanno imbestialire? Ora, ok, questi non sono particolarmente evidenti e quindi ci posso passar sopra senza troppe difficolta', ma a volte sono davvero ridicoli! Voglio dire: basterebbe giusto un po' di attenzione in piu'! Per Dio! E' il vostro lavoro! E datecelo un occhio ogni tanto, no?!

Ad esempio, guardate qua sopra e poi ditemi cosa ve ne pare!


Nel frattempo io vi saluto e vi auguro una buona giornata di "inizio" settembre...

oddio...

...di gia'...


Ale&Lavi

martedì 30 agosto 2011

Curiosita' da settimana enigmistica



"Il pesce pagliaccio (aka Nemo) vive nelle acque dei mari tropicali, creando un'associazione mutualistica con un animale alle cui punture urticanti risulta immune: quello lo protegge dai predatori e in cambio esso lo mantiene pulito".


L'animale in questione e' ovviamente l'attinia, piu' comunemente nota come amemone amemome anenone...

oh vabbe', avete capito -.-''

giovedì 25 agosto 2011

Blog che passione!

Vi lascio qui il link di Sorelle in Pentola, blog di Chiara Maci e di sua sorella Angela. Molto molto carino sia dal punto di vista dei contenuti (deliziosi...) che da quello della grafica e dell'organizzazione generale. Piacevole, veramente molto piacevole.










Ora vi saluto. Vado...a sgranocchiare qualcosa. Mi e' venuto un certo languorino...



e tu? Tunonhaifame?



Ciao :)

Cuochi e Fiamme: GNAM!





Ben trovati cari followersssss!! Sono tornata! Vi sono mancata?


Come sono andate queste vacanze? Visto qualche film interessante? Via, raccontate raccontate raccontate! Io nel frattempo vi parlero' di Cuochi e Fiamme! Gran bel game show di La7 sulla cucina. Normalmente non sono una fan di programmi del genere ("La prova del cuoco" - Antonella Clerici- Le tagliatelle di nonna Pina- P U A H) ma questo e' diverso. In cosa consiste? Quattro prove (manualita', abilita', creativita', presentazione) che fanno venire l'acquolina in bocca e che vedono due concorrenti sfidarsi all'ultimo sangue per ottenere il rispetto (espresso con voti da 1 a 5) di tre giudici: Fiammetta Fadda (critica/giornalista enogastronomica), Riccardo Rossi (attore: faceva il presidente di maturita' stronzo in Notte prima degli esami-oggi. presente?) e Chiara Maci (blogger culinaria). Fiammetta e' la snob che stronca i piatti degli speranzosi apprendisti cuochi, sempre pronta ad allietarci con aneddoti sia storici sia relativi alla propria esperienza: e' una donna di mondo, ha viaggiato molto e conosciuto le cucine di tutti i continenti. Ha quindi tutto il diritto di farcela pesare e di dire la sua. Riccardo, invece, e' il manfano. Romano puro e integrale (e forse anche integralista). Non un tipo raffinatissimo, ma comunque divertente, soprattutto quando imita i suoni della cucina: dallo slurp al frullatore. Unica pecca: non ama provare cose nuove. I piatti esotici ma anche vagamente "diversi" non lo convincono e quindi non li prova. Non rischia. Mah... Chiara: la buona. Sempre molto carina e gentile. Fissata con i piatti dai sapori "bilanciati". Le piace particolarmente la prova di presentazione perche', da brava blogger, e' sempre attenta a cio' che e' particolare, inusuale da vedere e non solo da mangiare. Conduce Simone Rugiati: chef molto simpatico e abile a tenere alta l'attenzione del pubblico in studio e da casa, conversando brillantemente con giudici e concorrenti e facendo un po' di sano ed innocuo spettegulessssss. Devo dire pero' che la mia stima nei suoi confronti e' notevolmente calata da quando ho scoperto che ha partecipato all'edizione dell'anno scorso dell'Isola dei Famosi. Oh Deo. Ma vabe', nessuno e' perfetto: che dite, lo perdoniamo? Via, e' cosi' bravo nel dare le ricette! Anche se di tanto in tanto parte in quinta e parla un po' troppo velocemente: esigenze del programma, immagino, ma gia' per me tutto cio' che ha a che fare con la cucina e' arabo, se poi in due secondi vengono dette duemila parole...be', fate voi.


Sopra vi ho messo una puntata intera (a caso): date un'occhiata e fatemi sapere cosa ne pensate scrivendo un commentino qua sotto. A me, vi diro', fa quasi venir voglia di imparare a cucinare. Quasi...




A presto,




Ale&Lavi

sabato 13 agosto 2011

Limitless



Senza limiti: l' uomo puo' davvero esserlo? E' cio' che vorrebbe farci credere il recentissimo film Limitless, diretto da Neil Burger e interpretato da Bradley Coopler in Eddie Morra, Robert De Niro in Carl Van Loon, Abbie Cornish Lindy, Anna Friel nonche' Melissa, ex moglie di Morra. Eddie e' il classico fallito, sia in amore (alle spalle un matrimonio con Melissa durato "un minuto e mezzo" e Lindy, l' ex-fidanzata che gli vuole ancora bene ma lo stima meno di zero), sia nel lavoro: non ha un impiego e tanto meno un progetto concreto, ma vuole scrivere un libro. Dentro di se' sente che puo' farcela, ma non ha stimoli, non riesce a sbloccare la sua creativita', il suo cervello e' cosi' in confusione da non sapere da che parte cominciare (gia' dalle primissime scene si nota subito un certo parallelismo tra il disordine nella sua mente e quello del suo appartamento...). Risultato: non riesce a scrivere neanche una parola. Fino a che...non trova proprio cio' di cui aveva bisogno: NZT-48, una droga che gli permette di utilizzare il 100% della mente. Accresce i livelli di apprendimento, consente di memorizzare ogni informazione e soprattutto di elaborare finemente tutti i dati contenuti nel cervello. All' inizio e' molto entusiasmante. Eddie riesce a scrivere il suo libro, riconquista Lindy e sfrutta le sue nuove capacita' intellettive per iniziare a guadagnare grosse cifre. La sua vita cambia improvvisamente in meglio. Ma a un certo punto arrivano gli effetti collaterali, primo fra tutti la dipendenza. L'effetto del farmaco dura solo 24 ore e quando finisce il protagonista ovviamente si sente uno scemo e desidera averne ancora (dipendenza mentale). Come se non bastasse stare lontano dall' NZT-48 porta anche a atroci mal di testa, vomito e l'astinenza troppo prolungata anche al coma (dipendenza fisica). Eddie non e' l'unico personaggio del film che ne fa uso: molti altri sono morti, altri ancora ricoverati e quelli che, dopo una lenta "disintossicazione", ne sono usciti, sono fortemente debilitati da ogni punto di vista fisico e sensibilmente rallentati dal punto di vista mentale(vedi la sua ex moglie Melissa, nonche' sorella dello spacciatore che gli ha fornito per la prima volta la magica pillola). Allora il protagonista decide di far produrre a un ricercatore la stessa pillola in modo da averla sempre a disposizione e addirittura migliorata, senza quegli effetti collaterali che in poco tempo lo porterebbero alla morte. Dulcis in fundo anche il lieto fine: Eddie riesce nell'impresa e continua a rimanere l'essere umano dal Q.I. piu' alto. Nel finale questi lascia intendere di non aver quasi piu' bisogno della pillola: e' come se questa, una volta migliorata, abbia avuto degli effetti "curativi" sul suo cervello, come se questo riuscisse ora a produrre da solo le stesse sostanze contenute dell NZT-48. Sinceramente sono rimasta sconcertata da questo finale cosi' insolito, non tanto per il fatto che e' evidentemente fantascientifico, ma per la morale che dovrebbe esservi dietro. Il messaggio che passa con un epilogo del genere e' "perche' non far uso di qualcosa se puo' renderti migliore anche se quella persona migliore non sei tu?" A parte il fatto che il piu' intelligente non e' per forza il migliore, ma tralasciando questo, mi aspettavo comunque che Eddie alla fine, per amore della propria personalita' perduta, per amore di Lindy che dopo tutto lo preferiva, almeno in un primo momento, un po' piu' tordo ma almeno se' stesso, tornasse sui suoi passi e smettesse di far uso di NZT-48. Davvero si puo' preferire di essere qualcuno che ha piu' capacita' intellettive, ma meno personalita'? E' piu' apprezzabile uno che risolve un problema con tante difficolta' e dopo anni di sofferto apprendimento o lo stesso che solo ed unicamente grazie a un droga lo risolve in una frazione di secondo? Io per conto mio ho gia' dato la mia risposta e penso che nonostante sia difficile da percepire, visto il finale che dice tutto il contrario, anche il regista la pensi un po' come me quando mette in bocca a Carl van Loon le seguenti parole, rivolgendosi a Eddie: "tu sei uno scherzo della natura, le tue capacita' sono solo un dono di Dio o fortuna o uno schizzo di sperma o la svista di chi ha scritto il copione della tua vita: un dono. Non le hai guadagnate. Tu non sai quello che so io perche' non le hai guadagnate quelle capacita'. Ci ucciderai con quelle capacita'. Le sfoggi e le spargi qua e la' come un marmocchio con il suo fondo fiduciario. Non hai scalato uno per uno quei piccoli gradini scivolosi. Non ti sei annoiato a morte alle raccolte fondi. Non hai fatto quel primo matrimonio con la ragazza dal padre giusto. Tu pensi di scavalcare tutto con un balzo.(..) tu non sai valutare bene il tuo nemico, perche' non hai mai combattuto".

Il limite piu' grande di non aver limiti e' il non aver ostacoli da combattere.

giovedì 4 agosto 2011

jajajajajajaj

How I Met Your Mother: uno dei nostri telefilm preferiti



Per me (Lavi) che ho sempre avuto un pessimo rapporto con la tv, non ci sono molti termini di paragone (a parte che con le già citate serie (pseudo)mediche, molte delle quali viste solo allo scopo di poter trovare errori dal punto di vista medico e deriderne i registi). Fino a qualche tempo fa accendevo la tv in media una volta ogni 4 anni, più o meno in coincidenza dei mondiali di calcio. Al liceo non ero la classica ragazza che ha visto almeno una volta tutto Una mamma per amica, che non usciva dopo cena se mandavano O.C. e aveva magari anche una cotta per Ryan o quell’altro, che dopo pranzo si piazzava sul divano a vedere Dawson Crick etc, ma…frequentando Alessandra ho scoperto molte cose: il Mondo di Patty (bellissimo), My life as Liz, Teen Mum (sì,forse di quest’ultimo non ne va fiera nemmeno lei)e infine, tra i tanti altri programmi e serie più o meno validi, How I met your Mother. Io in compenso, nel mio piccolo, le ho fatto capire quanto sia piacevole guardare programmi decisamente scadenti come Forum e Il verdetto finale e apprezzare come i fintissimi attori si scannino a vicenda per cause a volte di una banalità scandalosa. Vicende personali a parte torniamo al nostro telefilm.


Come già ci suggerisce il titolo, il filo rosso delle tante puntate di questa serie è la storia di come Ted, architetto sulla trentina, trova la donna della sua vita, quella che sarà la madre dei suoi due figli, ai quali racconta appunto il susseguirsi infinito e intricato di vicissitudini che sono intercorse nella sua vita prima del loro concepimento. Ovviamente non è l’unico protagonista, abbiamo infatti anche Robin, una tra le sue ex più gnocche, decisamente troppo infognata nella sua carriera di reporter per poter pensare a una famiglia col povero e ingenuo Ted. Poi troviamo Marshall e Lily (li cito insieme tanto sono un tutt’uno…avete presenti quelle coppie di fidanzati appiccicatissimi che non fanno nulla separati, condividono tutto,persino lo spazzolino da denti, e sono automaticamente d’accordo su tutto e ripeto tutto?, beh, sì anche loro sono così)e Burney, un inguaribile Don Giovanni tremendamente narcisista disposto a qualunque cosa pur di essere sempre giovane, affascinante e perfetto ( e direi che gli riesce piuttosto bene); lo definirei una specie di Dorian Gray versione moderna, ossessionato dai completi eleganti e dalle cravatte. Insieme formano un mix decisamente equilibrato e divertente, regalando allo spettatore momenti di divertimento alternati a momenti di riflessione su argomenti importanti, primo fra tutti il valore dell’amicizia. Nonostante ne succedano di tutti i colori, visti e considerati i diversissimi caratteri dei personaggi, questi riescono sempre a riconciliarsi e a volersi più bene di prima. Non si stancherebbero mai di ritrovarsi i soliti 5, al solito pub, con la solita birra, ma tutte le volte con qualcosa di nuovo da raccontare, da condividere. Ted è solito portare sempre una nuova ragazza al pub (egli è infatti come dice Lily un fidanzata-dipendente: non riesce proprio a stare da solo)che il più delle volte non piace agli altri 4 e questo è motivo di discussione, ma alla fine si lasciano e tutto torna come prima. Robin invece è agli antipodi, allergica alle relazioni stabili si dedica unicamente alla carriera. A volte si fidanza con tipi strani come la volta che si mise con l’argentino che le riempiva la casa di sabbia(troppo sabbioso!) e altre con tipi normali come Don suo collega reporter, effettivamente troppo normale, gentile e carino per poter soddisfare le sue difficili esigenze. Il suo cuore è in parte canadese, il Canada è il suo paese d’origine, e in parte a stelle e strisce, l’ America le ha dato opportunità di lavoro e soprattutto una nuova famiglia: i suoi amici. Tuttavia a volta diventa terribilmente nostalgica e va a ubriacarsi da sola al Canadian Pub di New York. E’ anche la migliore amica di Lily. Questa è invece la classica rompiballe sposata con una vita praticamente perfetta, che solo per questo crede di poter giudicare gli altri e le loro relazioni(basti pensare che con incredibili e astutissimi inganni fa lasciare Ted con tutte le sue precedenti ex che non passavano il Test del Portico *, Robin compresa); il suo obiettivo sarebbe quello di manipolare un po’ tutto e tutti (con Marshall ci è riuscita). A parte questo piccolo difetto è in realtà molto buona, infatti tutto quello che combina lo fa solo a fin di bene e quando si rende conto di aver esagerato torna sempre sui suoi passi. E’ amante dei bambini(infatti fa l’insegnante d’asilo)e dello shopping. Marshall è un compagno dolcissimo( forse un po’ troppo sottomesso) e un amico d’oro. Si fa sempre in 4 un po’ per tutti spinto dalla sua indole buonista e vorrebbe farsi in 4 anche per il pianeta terra. Infatti desidera ardentemente essere un attivista di GreenPeace o cose simili, purtroppo non può permettersi di abbandonare il suo lavoro( per quanto lo trovi noioso) perché vuole essere in grado di stendere le basi, anche economiche, per creare una famiglia con Lily. Queste poche righe non rendono giustizia alla ricchezza dei personaggi e al coloratissimo quadro che ne viene fuori. Una caratteristica, non di secondaria importanza, che mi fa adorare questo telefilm è che oltretutto fa anche ridere! Le battute sono studiate in modo molto intelligente e ogni puntata ha dei dettagli riferibili a circostanze di episodi precedenti, rendendo ancora più interessante l’intreccio delle vicende. Lo consiglio a tutti: dal lunedì al venerdì alle 3 del pomeriggio in tv!


Ale&Lavi


chi e' la madre ??

Avete letto il post di sopra?

Beh leggete e ditemi cosa ne pensate. Io spero tanto che sia Robin!ah vi prego se avete visto l'ultima puntata o cose simili e sapete per certo chi e' non ditemelo! sto ancora seguendo la serie su Italia Uno..

Lavi

mercoledì 3 agosto 2011

Buone Vacanze a tutti!

Oggi vi scrivo in diretta dalla meravigliosa e assolata terra di Johnny Stecchino. Sono atterrata a Palermo due giorni fa e ho in mente di restarci almeno fino a dopo ferragosto! Dubito che avrò tempo e modo di connettermi molto spesso da qui, anche se avrei proprio tanta voglia di parlarvi di New York, I love you, film consigliatomi da Isabella, mia grande amica e autrice di un blog veramente spettacolare: http://voglioperdertempo.wordpress.com/ Anzi, perchè non andate a dargli un'occhiata? Vi lascio in buona compagnia :)

Ale&Lavi

domenica 31 luglio 2011

Check this out!

Ehi, date un'occhiata qui:








E' una specie di diario online (fatto usando google docs) delle nostre attivita' su questo blog, con tanto di voto...che ci siamo date da sole :) e media finale.




Che ne pensate? Concordate con i nostri giudizi leggermente di parte?!


Fateci sapere...




Ale&Lavi

British Accent VS American Accent: the eternal struggle



Ok, ve lo prometto: questo e' l'ultimo. Ma non potevo non farvelo vedere!! C'ho riso davvero troppo!
Inutile dire che Tom Felton qui e' in assoluto il migliore.

Booyah!






Ale&Lavi

Canzoni d'attore :)



Cioe': canta pure *___*

Okok, lo riconosco: non sono i Muse, poco ma sicuro. I testi sono piuttosto banali, siamo d'accordo. Ma la musica ti rimane in testa, no? E poi quell'accento inglese...mi fa impazzire :D


Ale&Lavi

Get him to the Greek #2



"Dirty f... americans"


Quanto disprezzo....

Da vero snob londinese :D


In fondo un po' di autoironia ci vuole, e non e' la prima volta che ve lo diciamo...


Ale&Lavi

Get him to the Greek



Mi fa morire, vi giuro.

Fa delle facce stupende! Come scuote la testa, sconsolato e sconcertato al tempo stesso... buahahaha

E tutte le battutacce cosi' nerd-osamente riferite a Harry Potter? Ci vuole una gran fantasia, questo lo dovete riconoscere!


Una bella trovata insomma! Decisamente niente male.


Ale&Lavi

From The Rough



Quindi Tom Felton aka Draco Malfoy ha appeso al chiodo bacchetta magica e divisa di Hogwarts.
O almeno ci sta provando... certo se continuano a presentarlo come "quello di Harry Potter" la cosa rischia di diventare piu' difficile del previsto...




Tra l'altro, lo sapevate che ha fatto anche una comparsata in Greek? Io l'ho appena vista su youtube ed e' qualcosa di spettacolare! Ora ve la metto cosi' vi fate quattro risate con me :)




Ale&Lavi

giovedì 28 luglio 2011

Sigla Happy Days (1ª Versione)



Che strano vedere scritto STARRING Ron Howard...
E che dire allora di Fonzie? Dio com'era giovane... E pensare che ora fa il padre di Hank e Evan in Royal Pains...



Clamoroso.




Ale&Lavi

Domanda da un milione di dollari



Kaley Cuoco, dove l'ho gia' vista? Dove dove dove...mmmm....
Be', recentemente in Hop, film pasquale con un adorabilissimo e scisciolosissimo coniglietto chiamato per l'appunto EB, Easter Bunny.
Ma no ma no, l'avevo vista anche da un'altra parte...non al cinema...in tv...mmmm...
Vi viene in mente niente?
La soluzione tra qualche giorno ;)


Ale&Lavi

Trash is good...in the end

Non c'e' niente di meglio di un film un po' trash per risollevarti da una giornata giusto un tantinello deludente. Quindi mi sono messa a spulciare i trailer su youtube e ho trovato: WHEN IN ROME!


(Tra l'altro, se non sbaglio, stesso titolo originale di Due gemelle a Roma, con le gemelle Olsen, presente? [il film non le ragazzine...se non avete presenti loro ho una sola domanda da farvi: dove avete passato la vostra infanzia? In una grotta?])


E quando ho visto che in una delle prime scene si dava un'immagine non tanto edificante dell'Italia con tanto di vecchina che sputa in segno di disprezzo ho detto: WHEN I'LL BE DEAD! ...maybe... Ma dico come fanno gli americani a non capire che l'Italia e' un'altra cosa?? Cosa gli ci vorrebbe a venire qui e vedere con i propri occhi che non siamo come ci dipingono nei loro film? Che non eravamo cosi' nemmeno negli anni '50?? Tristezza..




Ma vabe'. Meglio non divagare... Solo che certe cose mi fanno proprio... Ok, calma.



Quindi, come vi dicevo, dopo aver scartato il film con Kristen Bell aka Veronica Mars mi sono gettata a scatola chiusa su Crimes of Fashion, starring Kaley Cuoco e Megan Fox che, come quasi sempre in questo genere di filmucci, fa la mean girl della situazione, quella che DEVI odiare perche' e' presuntuosa e viziata. Ah e anche bellissima, ovviamente.


Ok, vista la mia introduzione, questa magari non e' stata la scelta migliore... Crimes of Fashion, infatti, parla di...una ragazza che da un giorno all'altro scopre di essere la nipote di un boss mafioso, italo-americano ovviamente, recentemente deceduto. Brooke (Kaley Cuoco) dovra' quindi prendere in mano le redini del family business e cercare di cavarsela in un mondo in cui minacce e torture sono all'ordine del giorno e dove tutti hanno un tale terrore della mafia che la paura stessa si trasforma in rispetto e il rispetto in servilismo. Riuscira' quindi la nostra piccola Brooke, studentessa un po' impacciata ma molto talentuosa, iscritta in una prestigiosa scuola di moda, a dimostrare a tutti, conoscenti e amici, ricercati dall'FBI e non, quanto vale? Ehmm...giusto un pelino scontato?


Gia'...


Quindi, a parte il titolo di grande effetto (veramente una gran trovata per il gioco di parole e il riferimento ai due aspetti principali della trama), niente di che. Mi aspettavo di meglio, ecco... La storia non regge e i riferimenti a Il padrino non sono neanche degni di nota. I personaggi sono a malapena accennati e profondi quanto una pozzanghera. C'e' la ragazza imbranata, buona come il pane e che si veste apparentemente al buio, c'e' la bellissima e spocchiosissima reginetta della scuola, c'e' il belloccio di turno, stupido e vanesio, di cui, neanche a dirlo, la nostra eroina e' follemente innamorata, e ci sono quelli veramente cattivi che vogliono fare tanto tanto male alla dolce ragazza imbranata. Originalita' come se piovesse...


E la regia? No dico, vogliamo parlare della regia? Piu' che un film sembra un telefilm! Tutte le scene iniziano piu' o meno allo stesso modo, con le stesse inquadrature, le stesse identiche angolazioni, vengono ripresi sempre i soliti posti un po' come in Happy Days, ricordate? Dove ogni scena, piu' o meno, iniziava con l'immagine della facciata di casa Cunningham. Ma li' aveva un senso per Dio!


No via, nonostante tutto cio' e nonostante tutto l'acidume che ho messo in questo post (e' stata una luuuuuunga giornata, cercate di capirmi) il film non e' poi cosi' male. La scena della sfilata, ad esempio, e' davvero spettacolare! Ed e' anche piuttosto lunga, quindi riesce in un certo qual modo a farti dimenticare il piattume delle scene precedenti.


In definitiva, dunque, certo, c'e' di meglio, ECCOME se c'e' di meglio, ma se hai voglia di passare una serata senza pensieri, totalmente alla Hakuna Matata, godendoti un film dal sicuro lieto fine dove l'amore trionfa, i buoni ottengono quello che desiderano e per cui hanno lottato per un'ora ventinove minuti e cinquanta secondi, e i cattivi vengono umiliati e sbattuti in prigione, be', allora questo e' il film che fa per te. E poi, cosa ti aspettavi? E' un film della abc family, nato programmato e desiderato cosi' come e' venuto fuori: leggero e conformista, da guardare comodamente seduti sul divano, in pigiama, a gambe incrociate e con una bella ciotola di cibo spazzatura davanti. Vero e puro American Style. E ogni tanto ci vuole proprio :)





(Certo il finale alla Star Wars se lo potevano risparmiare. "Brooke io sono tuo..." ?? Ma che cosa....?? Ma siete seri??)



Ale&Lavi

martedì 26 luglio 2011

Roma città aperta

Good bye Lenin!



Oggi, cedendo, a dire il vero senza troppe difficolta', alle insistenti richieste di mio padre mi sono messa a guardare con lui Good bye Lenin!, film che un amico di famiglia ci aveva "venduto" come comico, divertente, esilarante, insomma: "da ridere". Ecco. Devo ricordarmi in futuro di non fidarmi piu' dei suggerimenti di tale amico di famiglia. Non mi fraintendete: il film e' MERAVIGLIOSO! Ma di certo non fa ridere. Anzi: direi piuttosto che fa molto riflettere. Ma andiamo con ordine.






Vi ho postato qui il trailer affinche' possiate farvi un'idea generale della trama (nel caso non la conosceste gia') e questo non perche' io sia poi cosi' irrimediabilmente pigra, ma piuttosto perche' mi sembrerebbe alquanto inutile mettermi a descrivervi nei dettagli qualcosa che potete facilmente trovare su internet semplicemente googlando il titolo.





Dunque: cosa mi e' piaciuto di questo film? Be', prima di tutto direi che mi e' piaciuto perche' e' un film che affronta un argomento nient'affatto nuovo come la caduta del Muro e la fine della DDR analizzandolo da un punto di vista alternativo, insolito e originale, focalizzandosi a suo modo sulla Ostalgie (neologismo/crasi tra Ost=Est e Nostalgie=nostalgia che indica la nostalgia provata nei confronti della DDR dai suoi ex abitanti dopo l'unificazione), ma mettendo anche in risalto piu' volte che la vita nella camera da letto-DDR e' una versione edulcorata e solo per questo teneramente rimpianta di quella dello Stato-DDR.










Molto bello e ben caratterizzato e' il personaggio di Alex, alla fine dei conti un ragazzo normale che vive un dramma familiare molto grave ma che, al tempo stesso, prova gusto nell'inventarsi ogni volta soluzioni diverse agli evidenti e prevedibili problemi che via via gli si presentano. E' inevitabile affezionarsi e provare una sorta di empatia nei confronti di questo creativo ragazzo dell'Est, non trovate?






Da un punto di vista strettamente "tecnico", diciamo, sono particolarmente apprezzabili i riferimenti a film che hanno fatto la storia del cinema. Nello specifico si tratta di: 2001: Odissea nello Spazio (citazione, questa, esplicata all'interno del film stesso da Denis, collega e amico di Alex), Arancia Meccanica, entrambi di Stanley Kubrick, e La dolce vita di Federico Fellini.






C'e' pero' anche un'altra citazione che io e mio padre abbiamo notato ma che non risulta presa in considerazione da nessun'altra parte nel web (la qual cosa mi induce a pensare che sia stato tutto frutto dell'immaginazione mia e del mio vetusto genitore). Comunque io ve la dico lo stesso:






Good bye Lenin!: Alex viene arrestato e mentre gli agenti lo portano via vede la madre cadere a terra, priva di sensi, e tenta in tutti i modi di raggiungerla gridando e cercando invano di spiegare ai poliziotti che lo bloccano: "Mia madre sta male!". Ma nessuno gli da' ascolto e lei non puo' sentirlo (ha appena avuto un infarto), senza contare che lo stanno gia' facendo salire a forza sul camion che lo portera' in prigione.






Roma citta' aperta: scena emblematica, forse la piu' famosa, del neorealismo. Pina (Anna Magnani) insegue il camion che sta portando via suo marito Francesco, sfuggendo ai tedeschi che cercano di placcarla. Quando finalmente si sta avvicinando al camion, tuttavia, le sparano e lei cade a terra, morta. Il figlio, allora, inizia a gridare, straziato: "Mamma mamma!", mentre il parroco cerca di trattenerlo. Ma lei non puo' sentirlo.






Forse e' un paragone un po' azzardato, ma non appena ho visto la scena in Good bye Lenin! mi e' subito tornata in mente la divina Anna Magnani. Voi che dite? Avete presenti entrambe le scene?








Ps. Sono io o il protagonista, Alex aka Daniel Brühl (visto anche in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino), assomiglia terribilmente al nostrano Willwoosh alias Guglielmo Scilla?






































Ale&Lavi

I love Cinema

Vi sarete forse accorti che oggi, presa come da una strana forma di euforia cinematografica, mi sono messa a stilare una lista dei miei **un attimo che li conto** 39 film preferiti. Cavolo, ne potevo mettere un altro cosi' facevo cifra tonda no? Mah... Comunque, come potete vedere qui alla vostra destra, e' una lista piuttosto eterogenea. C'e' un po' di tutto. Da film cult come Star Wars, Sliding doors, Sabrina, Vacanze romane, Via col vento eccetera a film un po' piu' frivoli come Weekend con il morto (ricordo che da piccola mi rotolavo in terra dalle risate ogni volta che lo vedevo) e While you were sleeping aka Un amore tutto suo, film decisamente natalizio con Sandra Bullock. Ci sono anche due cartoni, o meglio, un cartone e un semi cartone, sapete di quelli meta' cartone animato e meta' film? Sono rispettivamente Il castello errante di Howl e Pagemaster (film-cartone della mia infanzia).


Avrete anche notato (e se non l'avete fatto ve lo faccio notare ora io) che mancano i film citati nei post precedenti. Questo non perche' i suddetti film non mi piacciano, ma piuttosto perche', appunto, ne ho gia' ampiamente parlato e penso ne abbiate avuto abbastanza :)




Cerchero' di approfondire l'argomento "Film della mia vita" nei prossimi post anche se non posso garantirvi che questo avverra' in tempi ristretti. Abbiate pazienza, via! Sono pur sempre 39 film!!




Sicuramente ho omesso UNA MAREA di film spettacolari che al momento non mi sovvengono. Confido in voi per riportarmi sulla retta via :P E magari nel frattempo ditemi: quanti e quali di questi film avete visto? E cosa ne pensate? Quali aggiungereste e quali invece togliereste? Su, non siate timidi! Accetto con piacere critiche costruttive! ...e non mangio nessuno... :)




Ale&Lavi

Tabitha (1977-1978) - TV Intro

Bewitched - Vita da strega (1964-1972: USA)



Awwww che ricordi! Lo guardavo sempre da piccola. Ricordate, lo davano su Rete 4, mi pare.. Puo' essere?

Mi piaceva troppo il nome della figlia di Samantha e Darrin: Tabitha! Facendo un po' di ricerche in rete ho scoperto che e' un nome di origine aramaica e che significa "gazzella". O_o Piuttosto inusuale! Ma ho scoperto anche un'altra cosa! Tabitha e' la protagonista di uno spin-off di Vita da Strega cui da' anche il titolo. In questa serie Tabitha e' una strega venticinquenne e single che vive sotto mentite spoglie tra i comuni mortali...a Los Angeles, dove lavora come assistente produttivo di uno show televisivo. Purtroppo non deve aver avuto molto successo e questo spiegherebbe anche il motivo per cui non e' mai arrivato in Italia.. Peccato. Dalla sigla iniziale (che ora vi postero') mi sembra carino... voi che ne pensate?




Ale&Lavi

lunedì 25 luglio 2011

Down with love



Piccolo appunto:


Avete notato come la colonna sonora in questa scena in particolare segua precisamente le parole e le movenze stesse di Renee Zellweger e degli altri attori? Guardate ad esempio attorno al minuto 3:50, quando Barbara sbatte le palpebre: la musica di sottofondo la segue perfettamente! Mi ricorda un po' quei vecchi episodi di Vita da Strega, serie che, non a caso, in America ando' in onda per quasi tutti gli anni '60.


In una parola:


ADORO.


Ale&Lavi

Abbasso la noia!



Ho appena finito di vedere Down with love-Abbasso l'amore, film mooooolto divertente e, devo dire, piuttosto imprevedibile.



Ambientato nella New York del 1962, questo film delizioso fresco e originale scimmiotta le commedie sexy-ish degli anni '60 riproponendo almeno in parte situazioni, personaggi, tecniche di recitazione e di regia. Esemplari a questo proposito sono le movenze di una spettacolare Renee Zellweger che ondeggia e gesticola come una vera star anni sessanta. Spettacolare anche la scelta dei costumi, basti pensare alla scena in cui Barbara (Zellweger) e Vicky (Sarah Paulson), sua amica ed editrice, si presentano per tre volte consecutive al ristorante in abiti diciamo un tantino eccentrici. Esilarante. Altra scena che costituisce un evidente rimando al passato e' quella girata in taxi, dove Barbara e Vicky prima e Peter (David Hyde Pierce) e Catch (Ewan McGregor) dopo, chiacchierano seduti sul sedile posteriore di un tradizionale yellow cab newyorkese mentre alle loro spalle viene proiettato un filmato girato per le strade di NY, tanto per dare l'impressione che siano davvero in movimento. Cosa ci potrebbe essere di piu' vintage?



Dunque, come ho scritto poco sopra...Ewan McGregor! Presente? Dove lo avete gia' visto? Mmm vediamo: Trainspotting magari? O Star Wars-Episodio I, II e III? Moulin Rouge! forse, duettando insieme alla bellissima Nicole Kidman. Qualcosa di piu' recente? Angeli e demoni! Faceva il camerlengo ricordate? Oppure...I love you Philip Morris con Jim Carrey. E poi, certo, uno dei miei preferiti: Big Fish! E sempre con Renee Zellweger? Miss Potter. Godibile, decisamente godibile.



Ma torniamo a noi. Qui il bellissimo (notare che ha gli occhi blu-c.v.d) McGregor recita un ruolo che pare ricalcato su quello del compianto Tony Curtis in Boeing Boeing, un giornalista spregiudicato e donnaiolo che ha trovato il modo di tenere in piedi contemporaneamente tre relazioni intrattenute rispettivamente con una hostess francese, una tedesca e una spagnola. International!


(Due gocce d'acqua, non vi pare? A McGregor manca solo il sigarozzo...)


E il messaggio di fondo? Manca, sostanzialmente. Questo e' un film leggero, ammiccante e rilassante. L'ideale per farti ridere, sorridere e sperticarti in "awwwwww" di tenerezza e romanticismo, pur senza diventare MAI stucchevole.

In definitiva, un film che consiglio a tutti per passare una serata tranquilla e in allegria, da soli o in compagnia.



Ps. Ehi ma l'avete notato il gioco di parole nella locandina? The ultimate catch has met his match! In italiano non rende affatto: L'ultimo dei playboy ha trovato la sua preda... :-/ si perde del tutto il riferimento al nome del protagonista maschile: Catcher, abbreviato Catch. Per non parlare della rima! Io ADORO le rime. E poi sono loro, le rime per l'appunto, che rendono uno slogan veramente promozionale, vi pare? Lo rendono piu' facile da ricordare e piu' divertente da pronunciare e ripetere ancora e ancora e ancora...

The ultimate CATCH has met his MATCH



The ultimate CATCH has met his MATCH



The ultimate...




Ok, stop... :)




Ale&Lavi

domenica 24 luglio 2011

Jared: Just Different



Spot del nuovo profumo di Hugo Boss che invita a guardare il mondo da una prospettiva diversa...

Devo dire molto ben congegnato e soprattutto molto ben girato! Del resto il regista e' Jonas Akerlund: una garanzia, se si ripensa a video come Paparazzi di Lady Gaga, Jump di Madonna e Who's that chick? di David Guetta ft. Rihanna.

E poi c'e' lui...Voglio dire: ne vogliamo parlare? Jared Leto! Meraviglia del genere umano! Con quei suoi occhioni blu!! Magnetici! Ti inchiodano davanti allo schermo, no? Nell'ultimo quarto d'ora mi sono riguardata questi venti secondi di pubblicita' almeno un centinaio di volte! (Si', sono una fanatica degli occhi azzurri...lo scoprirete...). E poi Jared Leto non e' semplicemente BELLOOLTREMISURA, e' anche bravo! Cantante (30 seconds to Mars, presente?), attore (Alexander, Fight Club, Lord of War, Requiem for a Dream, e potrei andare avanti ancora per molto), regista di molti suoi video musicali e di alcuni documentari, tra cui uno sul genocidio in Armenia. Anche socialmente impegnato, vi rendete conto? L'uomo perfetto *__* Senza contare che e' ormai alla soglia dei 40, se non sbaglio...eppure non li dimostra, no?

Particolare da notare assolutamente e' al secondo 0.02. Andate a vedere, su... Quando Jared gira la bottiglietta del profumo si vede un tatuaggio sul suo polso. Be', quello e' un glyphic, uno degli innumerevoli simboli dei 30 seconds to Mars. E se non sbaglio quello dovrebbe essere il primo: due 3 capovolti e intrecciati tra di loro a sottintendere il numero 30. Se ne volete sapere di piu' sulla loro simbologia marziana andate qui --> http://www.thirtysecondstomars.it/band/more-about-joomla, io l'ho trovato piuttosto interessante... c'e' solo un piiiiiccolissimo errore di traduzione: Provehito in Altum, meraviglioso motto della band, non significa spinti verso l'alto, bensi' spingiti verso l'alto: e' un imperativo futuro seconda persona singolare. Eh U_U





Ale&Lavi

venerdì 22 luglio 2011

Only THE LEGEND can live forever

O MIO DIO


Spettacolare. Semplicemente spettacolare.



Dall'inizio alla fine, dalle prime alle ultime note della colonna sonora, ho avuto un groppo in gola e ho stretto fortissimamente il braccio della mia vicina di poltrona (che-per inciso-ricambiava la stretta, ugualmente commossa). Del resto come rimanere impassibili? Come nascondere la commozione quando si sta svolgendo la battaglia piu' importante per Hogwarts? Come non sentirsi in qualche modo coinvolti, come non desiderare di schierarsi davanti a Harry insieme a Ginny, Ron, Hermione e tutti gli altri dell'Esercito di Silente per proteggerlo anche a costo della vita? Penso che Harry Potter commuova così tanto perchè per una volta sono i ragazzi che hanno in mano le sorti del mondo (...magico!). Sono loro e solo loro quelli su cui si può fare affidamento, quelli di cui ci si deve fidare. Dei ragazzi come noi, come me, come te, che si trovano a difendere quello in cui credono contro adulti crudeli ed egoisti. Sono i ragazzi che fanno la differenza. E questo è davvero bellissimo.




Ma non ci sono solo lacrime in questo ahimè ultimo capitolo: ci sono anche risate, quel poco che basta per alleggerire la tensione e farti abbozzare un sorriso sotto quegli occhi lucidi. Quali scene? Bè, tanto per dirne una, quando la McGranitt usa l'incantesimo PIERTOTUM LOCOMOTOR e confessa "I've always wanted to use that spell" (sì, l'ho visto in lingua originale U_U) con quella faccina così infantile e adorabile!! O quando Neville, il grande fantastico magnifico Neville (che nel frattempo si è fatto grande e, lasciatemelo dire, anche piuttosto caruccio) difende solo soletto l'ingresso a Hogwarts contro l'orda di seguaci di Voldemort.




Le emozioni piu' intense? C'è bisogno di dirlo? Ma Severus e Lily ovviamente! Quanta dolcezza in quel suo: ALWAYS. E quanto dolore, quanta sofferenza, quanti rimpianti e ancora quanto amore, quanto coraggio. E quante lacrime, anche qui! Dieci minuti, ben dieci minuti dedicati alla riabilitazione di un personaggio fondamentale come quello di Piton. Dieci minuti in cui Harry capisce finalmente quanto fosse in errore e quanto dietro quella scorza dura di odio e meschinità si nascondesse un uomo che per lui, per i suoi occhi tanto simili a quelli della madre, avrebbe e ha fatto di tutto. Brividi.



Tra l'altro ho letto di recente che l'attore che interpreta Piton, Alan Rickman, è stato l'unico a cui l'immensa Rowling ha anticipato lo svolgimento degli eventi del settimo libro (o almeno una parte), per ovvie ragioni dovute all'interpretazione del suo personaggio.


Ron e Hermione. Che carrrrrrrrini! Quel bacio così passionale e intenso che segue il "ritiro delle acque"? Sì, mi ha lasciato a bocca aperta, lo ammetto. Della serie: ma che cosa...? E' successo tutto così in fretta che non ho avuto neanche il tempo di realizzarlo! Però è stato molto topins! E Rupert Grint e Emma Watson sono stati davvero bravi nel recitare questa scena in particolare. Insomma, è evidente: si baciano come non ci fosse un domani, come se quella rischiasse di essere l'ultima volta che lo fanno. E, parliamone: Voldemort sta per entrare ad Hogwarts e minaccia telepaticamente di farli tutti a pezzettini se si ostinano a non volergli consegnare Harry. Eh bè.






Il mio attore preferito? Ok, ve lo dico, però poi non odiatemi per favore... TOM FELTON aka Draco Malfoy! Lo so lo so...capello platinato, viso ossuto, personaggio cattivo e odioso...però, che ci volete fare? Me ne innamorai alle medie, quando lo vidi per la prima volta sul grande schermo e, si sa, il primo amore non si scorda mai... no? Ad ogni modo, gran donna sua madre, non trovate? Quando si china per controllare se Harry è morto o no e nel mentre gli sussurra: "Is he alive? Draco, is he alive?" e, ricevuta risposta affermativa, mente al Signore Oscuro solo perché le sia data la possibilità di entrare ad Hogwarts "in pace" e cercare suo figlio. Tra la famiglia e Voldemort, il potentissimo e vendicativo Voldemort, Narcissa Malfoy sceglie la famiglia. Sua sorella Bellatrix aveva scelto diversamente a suo tempo...e abbiamo visto che fine ha fatto... Già, vogliamo parlare della morte di Bellatrix? (a proposito, grande mamma Weasley!) Bellatrix...si essicca e poi esplode in mille pezzettini...?! ma cosa...?? Bè, c'è da dire che anche la morte di Voldemort non è stata un granchè...praticamente si desquama... mah...


Particolare che mi ha fatto notare Giorgia, la mia vicina di poltrona al cinema: come mai quando Harry entra nella sala grande dopo aver desquamato Voldemort nessuno lo considera neanche per sbaglio? Voglio dire: pronto? Vi ricordate colui-che-non-deve-essere-nominato? Bene, ora è colui-che-non-dovrà-essere-sepolto visto che il suo corpo si è disintegrato grazie a ME! Bè? Neanche un'ovazione? Una ola? Un brindisi? Per Dio, sono sette libri che cerco di farlo fuori rischiando periodicamente la pelle e il risultato è questo? Neanche una pacca sulla spalla, un "bravo Harry"?? Delusione... Ora non ricordo bene ma mi pare che nel libro le cose andassero diversamente, no? Chi me lo sa dire con certezza?



Finale: 19 anni dopo.


Fiumi di parole sono stati scritti sul web (e non) per commentare la scelta della Rowling. Avrebbe dovuto far morire Harry, non Voldemort. Sarebbe stato molto piu' epico! O al massimo avrebbe potuto farli morire entrambi! Harry vecchio e con figli a carico? Che orrore è mai questo? Bè, vi dirò la mia: secondo me la Rowling in tutti questi anni si è così affezionata al maghetto (termine che odio ma che tutti i giornali si ostinano a riproporre) che l'ha resa ricca e famosa permettendole di cambiare radicalmente la propria vita, che alla fine, giunta al punto di dover decidere se comminare o meno la pena di morte, non se l'è sentita: e così l'ha salvato. Non contenta, se l'è voluto anche immaginare quarantenne sulla via della stempiatura e con un figlio di nome Albus Severus, a ulteriore conferma del suo buon cuore. Ha voluto l'happy ending per il suo Harry. E come darle torto? In fondo la vita è già tanto amara di suo (sì, lasciatemi fare la pessimista per una volta) che che motivo ci sarebbe di renderla ancora piu' sgradevole? Mi rivolgo a voi che avreste preferito piangere anche Harry insieme a Silente, Piton, Sirius, Tonks, Lupin e Fred. Davvero sareste stati contenti così? Davvero il fatto che tutto si sia risolto per il meglio, che il brutto cattivo sia morto e che l'eroe abbia ottenuto ciò che voleva e che si meritava vi ha deluso così tanto? Se fosse andata diversamente pensate che sareste usciti dal cinema con l'animo piu' sereno? Vi sareste sentiti realizzati? In fondo Harry Potter è come una leggenda, un antico mito greco: l'eroe supera tanti problemi, tanti ostacoli, si innamora, soffre e stringe amicizie che dureranno in eterno. E alla fine è giusto anche che si riposi, vi pare? Quanto al film, ok, ve lo concedo: la visione di Ron vecchio e con la pancetta mi ha alquanto sconvolto. Insomma, potevano anche cambiare attori no? Le ragazze, ok, con tailleur e trucco piu' professionale possono sembrare mamme amorevoli e ormai avviate verso la maturità, ma i ragazzi...oh cielo no! Sembrava avessero la barba di qualche giorno e nulla piu'. Truccatrici piuttosto deludenti. Paradossale: riescono ad imitare i segni di un lungo ed estenuante combattimento, con tanto di lividi e abrasioni, ma non quelli dell'invecchiamento?? Dubbi...



Titoli di coda.




E così era vero. Per una volta la locandina non mentiva: IT ALL ENDS. Catastrofico... quasi apocalittico... il 2012 è davvero vicino! I Maya avevano ragione! Quindi l'anno prossimo non ci sarà un HP8 da aspettare... niente spoilers da evitare facendo lo slalom tra i telegiornali... niente supposizioni, niente "chissà se...", niente batticuore nello sfogliare le prime pagine di un altro capolavoro firmato J.K.Rowling. Niente. It all ends...per davvero. Ma forse è giusto così. E' stata una bella avventura, iniziata ormai 14 anni fa. Quando lessi le prime righe di The boy who lived, primo capitolo in assoluto, ero alle elementari, seduta sui gradini del giardino della mia scuola con due mie amiche, una a destra e l'altra a sinistra, che facevano lo stesso. Harry Potter ci ha dato qualcosa di cui parlare, qualcosa con cui sognare, con cui crescere. E ora che siamo diventati grandi tutti e due, sia io che lui, è giusto che ognuno vada per la sua strada. E chi lo sa, magari un giorno ci rincontreremo davanti al binario 9 3/4...





ps. confesso la mia ignoranza al riguardo ma c'è un dubbio che mi perseguita dai titoli di coda: perchè Voldemort non ha il naso? 10 punti a Grifondoro se qualcuno mi sa dare una risposta :)






Ale&Lavi

giovedì 21 luglio 2011

Harry Potter in 99 Seconds



Stasera andro' a vedere Harry Potter e i doni della morte parte 2. FINALMENTE. Non vedo l'ora anche se sara' estremamente triste. La fine di un'era. Oddio... mi parte gia' la lacrimuccia :') Nel frattempo vi ho postato questo video a dir poco SPETTACOLARE. Riassume nella maniera piu' semplice completa e divertente possibile l'intera saga di Harry Potter. Ma non e' tutto: questi due geniali ragazzi lo fanno...cantando sulle note delle colonne sonore dei vari film!! IDOLI INDISCUSSI. Per chi non avesse letto il settimo libro, tranquilli: non ci sono spoilersssssss. Enjoy!


Ale&Lavi

martedì 12 luglio 2011

Bob Kelso VS. Cox

Da Careggi al Seattle Grey

Da un po' di tempo a questa parte la domenica sera di italia uno si chiama "serata Doc" (prima era il venerdì) dal momento che si susseguono uno dietro l'altro per tutto il tempo telefilm sulla vita dei medici, dentro e fuori dall'ospedale. Fino a poco tempo fa spopolavano le serie che avevano per protagonisti-eroi gli avvocati: Ally McBeal (un classico), Jag-avvocati in divisa, Law&Order, Close to home fino ad arrivare al nostrano Il giudice Mastrangelo. Ora invece abbiamo eroi come Derek Shepherd (Grey's Anatomy), Gregory House (Dottor House-Medical Division), Hank Lawson (Royal Pains), Addison Montgomery (Private Practice) e il solo e unico Dottor Cox (Scrubs). L'immagine dei medici che si ottiene da questi telefilm è così affascinante e in un certo qual modo "fantastica" da aver molto probabilmente indotto tanti giovani telespettatori a scegliere questa come loro possibile carriera futura. Ma perchè questi telefilm piacciono così tanto? E' la solita vecchia storia: il medico è colui che salva vite umane. E' un moderno semidio che lotta contro la morte e spesso vince. Come si potrebbe non stimare una persona del genere? Se a questo poi aggiungiamo le immancabili storie d'amore che contornano i vari casi più o meno brillantemente risolti, il risultato è scontato. E se togliessimo la parte rosa? Otterremmo Miami Medical, una serie della CBS a quanto pare molto poco seguita se stanno già pensando di cancellarla, dopo appena 13 episodi. Anche se più seria delle altre dal punto di vista medico e clinico, l'assenza di intrighi e inciuci vari la rende più noiosa delle sue cugine più FASHION.


Molti prima di iniziare a guardare una di queste serie si interrogano anche sulla validità delle informazioni mediche in senso stretto. Noi siamo giunte a questa conclusione:

Greys Anatomy è molto ben articolato per quanto riguarda le tresche amorose ma non è altrettanto abile nel destreggiarsi tra malattie e diagnosi, scadendo spesso nel ridicolo o, peggio, cadendo in banalissimi errori. Gli sceneggiatori di Royal Pains, al contrario, sono più informati: affrontano un caso per puntata presentando i sintomi passo passo in modo tale che il telespettatore possa farsi un'idea della malattia e cimentarsi in una diagnosi. Generalmente verso la fine viene alla luce un sintomo inequivocabile che permette a Hank di risolvere il caso. E tutto torna anche dal punto di vista medico: dalla diagnosi alle prescrizioni. Dottor House esagera in tutto: nella tipologia di malattia, inventata o riscontrata, a finire al modo di organizzare la vita e il lavoro ospedalieri. Nessun medico si potrebbe permettere di comportarsi come Gregory House e passarla liscia ugualmente. In definitiva, l'unica serie che riteniamo degna di rispetto è Scrubs perchè non ha nessuna pretesa, è una commedia molto autoironica e capace di toccare i punti giusti. Al contrario di quanto si possa pensare non sono le imprese mirabili in sala operatoria o la destrezza e la velocità nel risolvere un caso le doti più importanti di un medico, ma è proprio l'autoironia, il conoscere i propri limiti e saperli accettare scherzandoci su: tutte le altre serie si prendono troppo sul serio, finendo per ridicolizzare la professione proprio nel tentativo di farla apparire così tanto superiore alle altre. Un medico è un lavoratore come un altro...ma con una marcia in più! (Anche se forse noi siamo un po' di parte...)




Ale&Lavi

lunedì 11 luglio 2011

Jerry Maguire - Mi Avevi Gia Convinta Al Ciao!

Dio benedica le AMERICANATE

Firenze a luglio e' qualcosa di veramente insostenibile. Sono qui in camera mia che boccheggio attaccata a una bottiglia d'acqua ghiacciata (letteralmente-l'ho tenuta un giorno intero in freezer e ora ho un ghiacciolo di un litro e mezzo d'acqua racchiuso da un esile parete di plastica che, me lo sento, sta per esplodere) pregando affinche' gli Dei dello studio mi facciano la Grazia e mi diano la forza di aprire e finalmente finire il libro di Anatomia. In attesa di qualche segno divino...ho aperto megavideo. Grande invenzione. Grandissima. E cosi' mi sono guadagnata 132 minuti di pace e tranquillita'. Cosa ho guardato? Jerry Maguire, film del lontano 1996 con Tom Cruise e Renee Zellweger. Impressionante constatare quanto fossero giovani all'epoca!




La trama e' molto semplice, quasi banale:

"Jerry Maguire (Tom Cruise) è un procuratore sportivo senza scrupoli ritenuto tra i più brillanti agenti della Sports Management International (SMI). Dopo una crisi di coscienza dovuta all'eccessivo stress, egli scrive una relazione sul lavoro futuro che prevede riduzione del numero dei clienti a vantaggio di una miglior attenzione a ciascuno di essi. Tale rivoluzionaria ed innovativa idea, com'era da aspettarsi, non piace ai dirigenti che subito licenziano Jerry. Quindi Jerry tenta di mettersi in proprio con l'aiuto di una dipendente della stessa azienda (Renee Zellweger), di cui poi si innamora." E vissero per sempre felici e contenti.






Eppure, per quanto trita e ritrita la storia possa suonare, c'e' dell'altro. Mia nonna, la nonna Enza (che, per inciso, ha un figlio una nuora e due nipoti che vivono negli Stati Uniti) ha sempre definito questo genere di film una "americanata". Cos'e' un'americanata? Un'americanata e' un film commerciale, fatto per essere venduto, un po' come il plasticone sotto questo punto di vista, ma da esso si discosta in quanto ad argomenti e modalita' di trattazione. L'americanata deve essere portratrice di tutto cio' in cui gli americani credono: spirito patriottico, amicizia, amore incondizionato per le persone BUONE, odio per i prepotenti e i superficialotti, cameratismo, lacrime e sudore. In una parola sola: il sogno americano. L'americanata e' quel film che ti fa credere in te stesso e nelle tue capacita', perche' se Jerry Maguire e' riuscito ad ottenere soldi fama successo e amore ripartendo sostanzialmente da zero allora perche' non dovresti farcela anche tu? L'America e' il luogo degli homines novi, di coloro che, contando solo sulle proprie capacita', riescono ad ottenere tutto cio' che hanno sempre desiderato, in barba a chi dice il contrario o, peggio ancora, tenta di metter loro i bastoni tra le ruote. L'America e' il Paese del "Volere e' Potere" e l'americanata serve appunto a ricordarcelo. E' per questo che guardarsi un'americanata di tanto in tanto fa bene al cuore, anche quando fuori ci sono 40 gradi all'ombra e il ghiacciolo nella tua bottiglia si sta gia' sciogliendo.




Punto focale di ogni americanata che si rispetti e' la DICHIARAZIONE D'AMORE. Questa deve essere sentita, toccante, romantica, deve farti fare "oooooooh" mentre ti asciughi la lacrimuccia, deve farti sorridere e farti pensare che la vita e' bella perche' momenti come questi possono esistere davvero. Perche' un giorno Tom Cruise si potrebbe presentare anche nel TUO salotto a dirti che tu lo completi. Perche' la battuta ad effetto, perfetta e simpatica, puo' venire in mente anche a te al momento giusto: "Mi avevi gia' convinto al ciao". E tutto si risolve. Dissolvenza e titoli di coda. L'americanata deve fartelo credere.





L'Americanata ti fa provare simpatia, nel senso etimologico della parola, per i suoi protagonisti: quando Jerry fa la sua uscita teatrale ed estremamente imbarazzante dall'ufficio, congendandosi con un disperato monologo e un pesce rosso in una busta di plastica, tu ti senti male per lui, soffri con lui e senti la cocente delusione dell'essere abbandonati da tutti. E quando poi Dorothy si alza e scandisce bene: "I-will-go-with-you" senti la speranza ritornare a colmarti il cuore e sorridi come un'ebete davanti al televisore (o in questo caso allo schermo del pc) come se Renee Zellweger si fosse alzata in piedi per te, per dimostrare solidarieta' a te. Il bello delle americanate e' che ti fanno sentire parte di qualcosa, ti trascinano in un mondo fatto di sogni e di ideali che li', e forse soltanto li', possono concretizzarsi, diventare una realta' tangibile, adamantina, indistruttibile.

Io non sono un'esperta di film, non sono in grado di sostenere una conversazione con dei veri cinefili, cresciuti a pane e corazzata potemkin. Sono semplicemente una a cui piace il cinema, in ogni sua forma. E penso: se un film ti fa stare bene, se riesce a farti dimenticare anche solo per 132 minuti i tuoi problemi, il caldo, l'Anatomia, il condizionatore che non ne vuole sapere di funzionare, il fratello minore che ha fame e le lavatrici che vanno fatte be', allora quello e' un buon film, per me.




E in definitiva...




God Bless America



Ale&Lavi

sabato 9 luglio 2011

La teoria del "plasticone"





Ieri sera è stata una classica serata cineMICE, anche se non al cinema. Ieri io e Ale abbiamo guardato su Italia Uno il primo film della serie “Fast and Furious”, intitolato per l’appunto “The Fast and the Furious”, interpretato da: Paul Walker (Brian O'Conner, lo sbirro), Vin Diesel (Dominic Toretto, il “duro” della situazione), e sottolineo Diesel (cioè.. già un attore che per cognome ha il nome di un carburante non poteva che essere il protagonista di un film del genere!!), Michelle Rodríguez (Letty, la fidanzata di Dominic), Jordana Brewster (Mia Toretto, la sorella di Dominic, nonché successivamente fidanzata dello sbirro). Fast and Furious è l’emblema dei plasticoni: tutto è molto trash a partire dalla trama a finire alle sceneggiature. Ora sta a me darvi una definizione di plastico. Se cercate sul vocabolario trovate: aggettivo maschile singolare riferito a un qualcosa di plasmato o a qualcosa che ha la capacità di plasmare (es. chirurgo plastico oppure un plastico, ovvero un oggetto fatto in plastica). L’accezione che si riferisce invece a un genere di film non si discosta troppo da queste definizioni; in realtà in questo caso si intende qualcosa di un po’ “finto”, poco credibile e stereotipato (le cose di plastica sono un po’ tutte uguali) e per questo anche un po’ scadente (la plastica è considerata una materia poco nobile). In effetti questi film non possono essere definiti dei Grandi Classici o film da intellettuali con una certa morale o un certo “scopo” educativo o culturale, ma il loro fascino sta proprio in questo. Io li definirei “poco impegnativi”, si seguono bene, non hanno un significato nascosto, la trama è molto semplice e a volte anche scontata. I personaggi sono generalmente un po’ stereotipati. In questo ci sono lo sbirro e l’avanzo di galera tra i quali nasce subito una grande amicizia, basata anche sull’ amore per i motori e le automobili, inoltre, come se non fosse ovvio, lo sbirro si innamora di sua sorella, bella e dolce, e poi vien da sé che diventano tutti una grande famiglia. Come dicevo Dominic e Brian hanno in comune la passione per le auto e amano la guida spericolata. Il film è “imbevuto” di scene “incredibili”, nel senso che.. non sono credibili. La più importante tra tutte è in questo primo film della serie la scena finale in cui Brian e Dom si ingarellano nel tentativo di passare oltre il passaggio a livelli prima che il treno li investa. Questa scena, come altre del film, ha la capacità di colpire lo spettatore riportando in lui la voglia di esagerare, di non avere limiti, caricandolo di adrenalina e calandolo in un mondo di velocità e pericolo. Lo spettatore quando le vede non pensa “no!, non è possibile!” ma si sente parte della scena e si impersona in tutto e per tutto. Questo è l’importante. Dominic ha ruolo centrale nel film, non solo perché è il protagonista, ma perché sa sempre cosa dire grazie al suo ampio repertorio di frasi a effetto. Ne cito una: “ Non importa vincere di un centimetro o di un kilometro..l’importante è vincere.”, frase pronunciata dopo aver vinto una gara clandestina. Sono queste quelle frasi che caricano lo spettatore. Inoltre ci tengo a sottolineare che Dominic non è solo un tamarro che ama sfoggiare le sue doti automobilistiche, ma è un uomo che ama soprattutto la famiglia, in particolare sua sorella l ‘unica persona che gli è rimasta, ama i barbecue la domenica mattina dopo la messa (tutto in onore e in ricordo di quel padre che è stato ucciso durante una competizione automobilistica). Diamo uno sguardo anche ai costumi e alla sceneggiatura. Il tema della religione e della famiglia sono ricorrenti anche nelle immagini, infatti si vede sempre in casa un’ immagine votiva della Madonna o un tabernacolo, Dominic porta una collana di scarso valore materiale, ma grande valore religioso e affettivo (è un regalo di famiglia ed ha un ciondolo di Gesù crocifisso). In altre parti abbiamo spezzoni molto trash, come per esempio quando si svolgono le gare clandestine sono sempre presenti ragazze poco vestite e seducenti da una parte e dall’altra tamarroni che in sella alle loro auto si sentono i re del mondo. Ah mi stavo scordando un dettaglio che ho notato in molti plasticoni americani: a volte gli americani pensano che basti “infilare” un personaggio dal cognome e dalle origini italiane per rendere tutto più tamarro! Cognome italiano è anche sintomo di concetti come: onore, rispetto e amore per la famiglia. Sara' verò? Chissà.. fatto sta che anche in questo film il protagonista ha un bel cognome italiano: Toretto.



Ale&Lavi

venerdì 8 luglio 2011

Crescere? Una faccenda oltremodo barbara, piena di inconvenienti

Ieri abbiamo accennato al nostro essere affette dalla sindrome di Peter Pan e oggi, per rimanere in tema, abbiamo pensato sarebbe stato oltremodo carino parlare delle varie versioni cinematografiche che the boy who wouldn't grow up ha ispirato nel corso degli anni. Tutti conosciamo la versione Disneyana del 1953: sirene che si pettinano i lunghi capelli sugli scogli, indiani che ballano e cantano ("Squaw deve non ballare! Squaw deve legna procurare!"), il Coccodrillo che si fa precedere dal ticchettio della sveglia che ha ingoiato tempo addietro, il tarchiato Spugna con la sua maglia a righe e i suoi occhialetti... ma ben pochi sanno che prima del celebre capolavoro del Signor Walt Disney e più precisamente il 29 dicembre 1924 nelle sale americane era uscito Peter Pan, un film muto della durata di 102 minuti, diretto da Herbert Brenon e distribuito dalla Paramount Pictures.






Nel film il ruolo di Peter fu affidato a Betty Bronson, una donna: a quanto pare all'epoca non si fidavano troppo degli enfant prodige, dei bambini-attori su cui tanto fa affidamento il cinema di oggi. (E forse, lasciatecelo dire, si stava meglio quando si stava peggio U_U)









Ben diversa è stata invece la politica adottata da P. J. Hogan, regista del film del 2003 Peter Pan (già, versioni diverse, stesso titolo. Può creare una certa confusione...). Qui infatti i protagonisti sono, a ragione, i bambini: primi tra tutti Jeremy Sumpter (Peter) e Rachel Hurd-Wood (Wendy). Ottimi interpreti per un film che, a nostro avviso, merita davvero! E' piuttosto fedele al romanzo di Barrie (sicuramente più del cartone animato) al punto da citarlo molto spesso testualmente. Uno spettacolo, per chi ha letto il libro. L'aspetto che più colpisce di questa versione è il rapporto che si instaura tra Peter e Wendy. Alcuni critici non hanno apprezzato allo stesso modo questa scelta di Hogan, definendo inappropriatamente "tensione sessuale" quella che in realtà non è altro che la descrizione del primo amore, tenero e innocente, di due ragazzi.






Particolarmente dolce (e a suo modo molto Topins) è una delle ultime scene: il bacio che Wendy dona a Peter e che ridà forze ed energie al piccolo innamorato che così può riprendersi e sconfiggere definitivamente Capitan Uncino.






Ben più adulta (in tutti i sensi) è la versione di Spielberg che in Hook (1991) ci presenta un Peter, magistralmente interpretato da Robin Williams, cresciuto e addirittura laureato. Peter Pan è ormai Peter Branning, un avvocato con moglie e due figli che si è dimenticato tutto dell'isola che non c'è e persino di Wendy, la quale, invece, è sempre rimasta al suo fianco come...nonna adottiva.
Se la trama così, diciamo, anticonvenzionale non vi convince potrete comunque apprezzare il film in virtù del suo cast spettacolare. Di particolare rilievo sono le performance di Julia Roberts nei panni di Campanellino, Dustin Hoffman-Capitan Uncino, Gwyneth Paltrow come giovane "nonna" Wendy e Maggie Smith AKA la professoressa MacGranitt come sua versione anziana.
















Ultimo ma non ultimo, no, ad esser sinceri, ultimo e se lo merita, il sequel della Disney Peter Pan-ritorno all'isola che non c'è. Cartone del 2002 sostanzialmente senza infamia e senza lode, nulla di che insomma. Wendy è cresciuta e ha una figlia, Jane, che non crede a Peter Pan, nè alle fate, ai pirati, alle sirene, ai bimbi sperduti o all'isola che non c'è. Rapita per errore da Capitan Uncino, che, scambiandola per Wendy, la vuole usare per tendere un tranello a Peter, Jane approda all'isola che non c'è e ne conosce tutti gli abitanti capendo quindi finalmente che la madre non l'aveva presa in giro. Commento? Mah. Non c'è paragone con l'originale. Del resto noi Topins non abbiamo grande stima per "i 2", con qualche rara eccezione di cui non tarderemo a mettervi a parte nei prossimi post.





E voi? Quanti e quali di questi Peter Pan avete visto? E cosa ne pensate? Fatecelo sapere lasciando un commento qui sotto!





Bè, per oggi direi che abbiamo finito: That's all folks! E grazie dell'attenzione :)



Ale&Lavi






UFFICIO ACCURATEZZA: ops. Non abbiamo neanche accennato a Neverland! Film del 2004 ispirato alla vita di J. M. Barrie, diretto da Marc Forster e interpretato da Johnny Depp, Kate Winslet e Dustin Hoffman. Rimedieremo al piu' presto. Promesso.